E’ riferita all’anno 2016 l’ultima relazione annuale sull’equilibrio sostenibile tra ‘le capacità di pesca e le possibilità di pesca’ redatta dall’Italia in ottemperanza all’articolo 22 del regolamento CE e quindi va assolutamente aggiornata, come ha chiesto un Odg del consigliere di FdI Giancarlo Righini, – approvato – che impegna la Regione Lazio a sollecitare presso l’esecutivo nazionale un nuovo rapporto sulla pesca sostenibile nei nostri mari. Questo ritardo è una delle ragioni per cui il comparto della pesca professionale versa in grave crisi.

Solo per fare un esempio: accade spesso che issate le reti, i pescatori debbano rigettare in mare gran parte del pescato, perché alcune specie di pesci risultano protette in base alla relazione ambientale del 2016 anche se dopo anni di contingentamenti, sono presenti in grandi quantità e non più specie in sofferenza biologica. Al contrario nel Mediterraneo imperversano i tonni ormai numerosissimi, che fanno strage dei pesci di dimensioni inferiori, alterando il ciclo biologico di quei mari. Pertanto i pescatori italiani, compresi quelli del Lazio, pescano meno di quanto potrebbero e le imprese nazionali perdono sistematicamente il confronto delle vendite con le aziende estere. Ciò determina una costante contrazione dei proventi e la conseguente riduzione dei redditi che ormai sono sotto il livello di dignità anche per tutti gli operatori dell’indotto, che conta diverse decine di migliaia di lavoratori, tra marittimi di bordo e di terra, impiegati e venditori.