La pesca marittima “può assumere un ruolo centrale grazie al suo maggior potenziale come strumento politico di coesione” e “può e deve assumere un ruolo pilota, che può concretizzarsi attraverso buone pratiche di condivisione di spazi naturali, in parte comuni e comunque continui”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che ha riservato un capitolo della sua audizione in Commissione Agricoltura del Senato alla pesca. “Solo una riforma decisa del settore in termini di maggiore concorrenza e imprenditorialità, con la revisione del sistema lavoristico e previdenziale, potrà renderlo interessante per le giovani generazioni – ha detto Patuanelli – La crescita blu e la sicurezza alimentare si basano su diverse componenti, sia economiche che politiche. La chiave per avere successo è la sinergia tra tutte”. “Come negli altri settori la pandemia ha mostrato da un lato l’importanza delle attività di pesca e acquacoltura nel garantire l’approvvigionamento e dall’altro ha evidenziato le gravi debolezze e le tante criticità che ne mettono in pericolo la sopravvivenza”, ha detto Patuanelli ricordando che il processo di trasformazione del settore della pesca italiana “da realtà inefficiente e assistita a realtà competitiva di mercato e di sostegno ai territori non si è mai completato”.
Secondo Patuanelli “la pesca marittima e l’acquacoltura possono e devono invece trasformarsi in valore aggiunto per l’economia di un Paese che vanta oltre otto mila chilometri di costa”. Per il ministro sarebbe necessaria “una vera e propria rivoluzione culturale; è noto infatti che la pesca e l’acquacoltura hanno una governance multilivello con una forte componente internazionale che ne determina orientamenti e indicazioni che è spesso complicato declinare in ambito locale. A fronte di tale sistema è fondamentale sostenere e rafforzare gli strumenti a disposizione dell’Italia per promuovere il proprio interesse nazionale sia in ambito UE, nella partecipazione alla determinazione della politica comune, sia in ambito FAO”.
“Sostenibilità dei processi produttivi, innovazione tecnologica e organizzativa, nonché crescita culturale degli operatori mediante la realizzazione di percorsi formativi, saranno i pilastri su cui si poggerà la strategia 2021-2027 per attuare il salto di qualità verso la crescita blu”. L’azione di governo, ha detto Patuanelli, si concentrerà su “responsabilizzazione imprenditoriale delle imprese di pesca; semplificazione della governance per il settore dell’acquacoltura; supporto alla pesca locale, se ad alto valore aggiunto e inserita in un cluster di economia marittima; promozione di contratti di filiera che valorizzino la produzione in un’ottica di crescita imprenditoriale ed economica; migliore definizione del ruolo dei mercati; valorizzazione del prodotto tramite certificazione, tracciabilità, identificazione e, più in generale, informazione al consumatore; promozione del prodotto, anche per un migliore conoscenza da parte del consumatore; ricerca e lo sviluppo, specialmente nelle nuove tecnologie, nella digitalizzazione e nei processi organizzativi”.