Il decreto Sostegni-Ter, infatti, porta a 290mila euro il massimale per azienda operante nella posizione primaria di prodotti agricoli e a 345mila euro per le imprese della pesca e dell’acquacoltura

Gli aiuti concessi nell’ambito del quadro temporaneo, previsto dall’Unione europea per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia da Covid-19, vengono ulteriormente innalzati. Il decreto Sostegni-Ter, infatti, porta a 290mila euro il massimale per azienda operante nella posizione primaria di prodotti agricoli e a 345mila euro per le imprese della pesca e dell’acquacoltura. Gli aiuti possono essere concessi sotto forma di sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali e di pagamento o in altre forme come anticipi rimborsabili, garanzie, prestiti e partecipazioni, al lordo di qualsiasi imposta o altro onere.

Questi aiuti possono essere combinati con gli aiuti ‘de minimis’ previsti nell’arco di tre esercizi finanziari e divenuti pari a 25mila euro per l’agricoltura e 30mila euro per la pesca e l’acquacoltura con decreto Mipaaf, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 19 maggio 2020. Si tratta di un ulteriore passo in avanti per il sostegno del comparto primario che, dinanzi alla pandemia, non si è mai fermato e ha subito sia perdite legate alla chiusura del canale Ho.re.ca, ristoranti e mense, sia un aumento di costi soprattutto energetici che sta erodendo la redditività delle imprese. Con il Fondo di Garanzia di Mediocredito Centrale e Ismea, sembrano ormai aperte le porte del credito a pesca e agricoltura, iniettando oltre 6 miliardi di euro di liquidità ma è necessario portare avanti il “lavoro della politica” per elaborare strumenti ad hoc che possano aiutare le imprese a superare le diverse situazioni critiche che ogni filiera vive in maniera differente in funzione delle proprie peculiarità.