La nota del Segretario nazionale della Federazione dopo le comunicazioni del premier Draghi in vista della riunione del Consiglio europeo

‘’Le dichiarazioni dei giorni scorsi provenienti dalla nostra Federazione valevano come atti di indirizzo verso il Governo, per sensibilizzarlo a fare da scudo verso famiglie, imprese e lavoratori che, dopo la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, avevano subìto il rialzo impietoso dei prezzi dei carburanti.

Il segretario nazionale Confsal pesca

Abbiamo preso atto – spiega Mariani – che un freno o quantomeno un tentativo di salvaguardare il Paese da scenari duraturi di questo tipo, è stato fatto. Ma, appurato lo sforzo del premier Draghi, almeno per un breve periodo, crediamo che adesso insieme al suo esecutivo bisognerà lavorare sulle tariffe per una politica di lungo termine. 

L’Italia dovrà adesso, necessariamente, mutare la sua condizione strutturale: aumentando la produzione da fonti rinnovabili e diversificando le importazioni, come già cominciato a fare con l’Algeria. 

L’aumento dei prezzi ha causato problemi a famiglie e imprese, danneggiando gravemente settori strategici come l’industria, il commercio, l’agricoltura e la pesca. Ma la Confsal pesca, come preannunciato in altre sedi, – continua il Segretario nazionale – rimane dell’idea che se si vorrà incidere sulle accise come salvagente di cittadini ed economia reale, più che ridurle servirebbe eliminarle. Se occorrerà, la gravità del momento, imporrebbe anche un eventuale scostamento di bilancio a cui in passato si è ricorso anche per cause meno urgenti di queste”, conclude Bruno Mariani.  

 

 

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