“Devo tutto a Orlinda e Pierina, la mia bisnonna e la mia nonna, due donne dotate di uno straordinario talento che mi hanno trasferito i segreti per realizzare il tofo”. Una rete da pesca le cui origini, tra storia e leggenda, si perdono nella notte dei tempi. Oggi questo intricato ‘inganno’ è prodotto da Andrea Mancinelli, l’ultimo artigiano che le lavora sulle sponde del Lago Trasimeno.

La storia moderna di questo strumento secolare passa per questo “nipote d’arte” che ha cominciato quasi per gioco, essendo cresciuto tra le reti, per diventare poi l’interprete di una tradizione che racconta del profondo legame di San Feliciano con il lago. Lago che è sempre stato vita e lavoro per le comunità sorte intorno alle sue sponde. Di questa tradizione è il tofo, un intrigo di rettangoli che, ieri come oggi, solo mani esperte e veloci riescono a tessere e riparare. “E’ un inganno realizzato interamente a mano” spiega Andrea Mancinelli, un uomo poco più che trentenne che, ereditando l’arte dalla nonna, ha lasciato tutto per dedicarsi con passione e talento a queste reti che ancora “oggi sono realizzate grazie alla maestria personale”.

La tecnologia resta fuori, dunque, ma “bisogna avere mani veloci e il modello che si vuole realizzare già in testa. Diversamente – spiega – tutto si ingarbuglia e bisogna ricominciare”.

Corta di cono, a maglie strettissime, dove il pesce una volta infilato all’interno non riesce più a uscire. Andrea ha raccolto l’eredità di sua nonna Pierina, che a sua volta l’aveva appresa dai suoi antenati. Perchè pare che questo tipo di rete, abbia avuto origine ben prima del Medioevo. “Inizialmente – aggiunge – lo feci per gioco, poi e’ diventata una passione sulla quale ho scommesso tutto”. Tant’è che nonostante gli studi svolti con successo “ho scelto di prendere in mano l’impresa artigiana della nonna. E le soddisfazioni non mancano”. Tanto che gli ordini, “arrivano da ben oltre i confini dell’Umbria”. Oggi dal suo retificio escono ‘inganni’ per i pescatori professionisti del Trasimeno e di tutti i laghi dell’Umbria. Ma le sue reti sono adatte non solo in acqua dolce ma anche in mare. Tante le ore di lavoro per ‘confezionare’ un tofo che sia all’altezza del nome. Ma grazie a questo impegno e alla maestria della nonna oggi Andrea ha imparato i segreti e le tecniche di un buon tessitore. “Oggi la rete non è più filata in tessuto, si utilizza materiale sintetico, ma la cucitura e’ sempre manuale”.

“Per completare un tofo ci vogliono anche 4-5 giorni di lavoro – spiega – dipende dalla grandezza”. Giorni di attenzioni meticolose e di tradizioni che si rinnovano per la quarta generazione, dalla bisnonna Orlinda che tesseva con le altre mogli dei pescatori nel “botteghino”, un fondo che utilizzavano come laboratorio, passando per Pierina e ora è nelle mani di Andrea.