La nostra Federazione ha preso parte a “Pesce in Piazza”, una tre giorni romana patrocinati e promossi dal ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste in collaborazione con Arsial- Agenzia regionale per lo sviluppo e l’Innovazione del Lazio, e col Centro Agroalimentare di Roma che ha ospitato, tra i tanti padiglioni, il più grande mercato ittico d’Italia con 49 box dove operano 37 grandi aziende.

La manifestazione culturale e divulgativa ha puntato a valorizzare il pesce e la biodiversità dei nostri mari, promuovendone il consumo consapevole ponendo l’attenzione sul mare e sulle nuove forme di acquacoltura.

“La presenza per il secondo anno del Masaf a Pesce in Piazza è stata un’occasione di incontro attorno al cibo nostrano e di qualità, come evidenziato da Riccardo Rigillo, direttore generale Dipartimento Pesca del ministero, per portare tra la gente i tempi del consumo, della filiera, della rintracciabilità dei prodotti nonché della sostenibilità che rafforza il rispetto delle regole e dell’ecosistema”.

I mercati all’ingrosso nazionali, che sono un canale in crescita, apprezzati per la garanzia di tracciabilità del pescato e per la sicurezza alimentare, attualmente “sono un ponte tra tradizione e futuro e stanno valutando se e quanto abbracciare della tendenza al commercio dei semilavorati in voga all’estero che spesso però porta all’omologazione dell’offerta”.

“I mercati all’ingrosso – ha detto il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini durante la manifestazione – sono strutture pubbliche di scambi commerciali che annoverano veterinari specializzati a garanzia, su un prodotto così sensibile come il pesce, per gli operatori professionali e i consumatori, ai quali viene dato libero accesso in alcune giornate open. Da noi la varietà e la stagionalità del prodotto fresco sono caratterizzanti, mentre all’estero si tende ad elevare il contenuto di servizi con pesci e molluschi pronti all’uso, ma le specie in vendita sono sempre salmone, merluzzo e poco altro. Ma sicuramente dovremo attrezzarci per rispondere alle istanze della ristorazione che chiedono perlopiù semilavorati”.

Ad oggi, infatti, secondo una stima, oltre il 90 per cento del prodotti ittico pescato in Italia è messo in commercio dalle piccole marinerie (senza trasformazioni dunque) e ha una vita media commerciale di cinque giorni.

“Benvengano – ha detto l’assessore all’Agricoltura con delega alla pesca di Roma Capitale Alfonsi – le innovazioni di prodotto e distributive se i mercati rionali manterranno la loro funzione sociale. Un tempo a Roma c’era più cultura del pesce, e lo dimostra anche un piatto povero come la minestra di broccoli e arzilla. Ora manifestazioni come “Pesce in piazza” possono riaccendere curiosità e attenzione per il mondo della pesca, soprattutto quella sostenibile e che eticamente garantisca il giusto prezzo per chi pesca, per lo distribuisce e il consumo finale che chiede di essere formato e informato”.

Altro tema dei temi è la certificazione dell’acquacoltura, ma nel frattempo c’è chi propone di estendere l’obbligo di tracciabilità del pescato ai ristoranti.

Piazza San Cosimato è stata dunque un luogo per le riflessioni sul futuro del mare, la filiera ittica ed il ruolo dei mercati del pesce all’ingrosso nella promozione del consumo: temi che stanno a cuore alla nostra Federazione insieme a quello della tutela dei lavoratori del settore ittico e dell’agroalimentare.