Ora c’è una chiara mappatura di tutti i corsi d’acqua ed i pescatori sapranno con certezza dove e come svolgere le loro attività
Entrano in vigore da gennaio la Carta Ittica Regionale e il nuovo Regolamento Regionale per la pesca e l’acquacoltura, gli strumenti di pianificazione e regolamentazione che, nel rispetto della normativa statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, uniformano a livello di bacino idrografico e zone omogenee, le attività di pesca dilettantistico sportiva, le attività di pesca professionale e le attività di acquacoltura in tutte le acque del Veneto. La Giunta regionale ha approvato i due documenti al termine di un complesso iter.
La Carta Ittica Regionale, ha l’obiettivo di accertare la consistenza del patrimonio ittico, le potenzialità produttive delle acque, i criteri ai quali deve attenersi la coltivazione delle stesse. Si articola per bacini idrografici all’interno dei quali sono delimitate le zone omogenee, anche con finalità coerenti con la conservazione dei patrimoni ittici e di tutto l’ecosistema. La Carta ittica comprende una parte dedicata alle acque dolci e una parte per le acque lagunari salmastre.
“La stesura e l’iter di approvazione della Carta Ittica Regionale e del nuovo Regolamento Regionale per la pesca e l’acquacoltura hanno comportato un lavoro lungo e impegnativo e per questo ringrazio i tecnici – ha fatto sapere Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Pesca -. Grazie ai nuovi strumenti di pianificazione e gestione ora è possibile una gestione uniforme di tutte le attività di pesca, sia sportiva che professionale, e di acquacoltura, in tutte le acque del Veneto. Sono strumenti di primaria importanza che per la prima volta consentiranno di regolamentare le attività legate alla pesca contemperando le esigenze dei pescatori con la tutela dell’ecosistema”.
Grazie alla Carta ora c’è una chiara mappatura di tutti i corsi d’acqua, i pescatori sapranno con certezza dove e come svolgere le loro attività nel rispetto dell’ambiente. La Carta stabilisce inoltre rigide norme di tutela dell’habitat fissando le regole per le azioni di ripopolamento, individuando i quantitativi e le specie che si possono introdurre e le specie che invece sono vietate.