L’unione europea affonda la flotta italiana vietando la pesca a strascico, quella più produttiva: ovvero quella dalla quale vengono i 2/3 del pescato

La Commissione europea con il suo piano di azione e la sua proposta di proibire la pesca di fondo nel 30 per cento dei nostri mari arriva come un altro chiodo nella bara in cui il Commissario Virginijus Sinkevičius

Il lituano Sinkevičius

vuole chiudere la pesca a strascico. Proprio per questo la nostra Federazione come le altre organizzazioni nazionali della pesca italiana – tutte –  rispondono all’appello dell’Alleanza Europea della pesca di fondo per dare vita a una larga protesta contro le politiche europee che stanno mettendo a rischio il futuro del settore.

Tra sabato 6 e domenica 7 maggio, infatti, si sentiranno le sirene dei pescherecci risuonare lungo le coste italiane e delle marinerie europee per mostrare il profondo dissenso sul bando degli attrezzi mobili di fondo e relative restrizioni proposte dalla Commissione europea attraverso il Piano di Azione per proteggere gli ecosistemi marini.

I suoni saranno caricati sui social con l’hashtag #SOS_EU_Fishing e trasmessi alla Commissione europea per il 9 maggio, “giornata dell’Europa”.

È stato scelto il 9 maggio come data simbolica per esprimere quanto le comunità della pesca abbiano raggiunto il limite e temano per la loro stessa sopravvivenza. La pesca è una politica di competenza europea e la Commissione è l’unico amministratore della Politica Comune della pesca. Il settore europeo si confronta con enormi sfide come la Brexit, gli effetti della pandemia, la competizione sullo spazio marino con le industrie come le fattorie eoliche, l’inflazione e i costi dell’energia alle stelle.