Ripartire gli spazi del mare tra attività industriali estrattive, energetiche, trasporti, fruizione turistica, conservazione della natura, acquacoltura e pesca, con una pianificazione che ne consideri i relativi impatti nell’ambito delle politiche alimentari anche considerando le dimensioni sociali ed economiche della sostenibilità. Ad evidenziarlo sono state le rappresentanze sindacali (per la Confsal pesca Francesco Di Matteo), cooperative, armatoriali e sindacali del settore della pesca, alla luce degli indirizzi espressi dalla Commissione Europea nel Policy Package; un’esigenza evidenziata prima in un incontro al Masaf in “sala Clemente” con il sottosegretario al Masaf La Pietra e poi in seminario a carattere scientifico.

Al centro del dibattito gli impatti della pesca a strascico, dove ricercatori e universitari ne hanno messo in luce, in determinate condizioni, la sostenibilità. La tendenza europea a concentrare altrove queste produzioni ittiche, oltre ad essere censurabile sul piano etico non risolverebbe il problema ambientale in scala globale, e sancirebbe il fallimento delle politiche fin qui attuate. I pescatori sono consapevoli degli impatti sugli ecosistemi marini e sono favorevoli a misure di conservazione nel pieno rispetto delle regole, ma per evitare questo scenario è necessario un approccio di nuova generazione incentrato sulla pianificazione spaziale già prevista da anni dalla strategia marina Ue, oggi all’attenzione del Comitato Interministeriale istituito dal nuovo Ministero del Mare.

“Dopo che in Ue è passato il piano d’azione per proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini – ha spiegato Francesco Di Matteo della segreteria nazionale della Confsal pesca – una riduzione del 30 per cento sui 12mila km utilizzati attualmente per la pesca a strascico ci sarà già. Ora il Governo ci ha chiesto di inviargli proposte o considerazioni in merito e, in base a tutta la documentazione che riceverà, deciderà se continuare un dialogo con l’Europa o chiuderlo, in entrambi i casi le elezioni europee di inizio 2024 sono dietro l’angolo e molto probabilmente si preferirà parlare con la nuova maggioranza che siederà in Europa”.