Il parlamento europeo ha discusso oggi e vota in via definitiva mercoledì la revisione delle norme Ue sul monitoraggio delle attività di pesca, già concordata con il Consiglio.

Le nuove regole prevedono la tracciabilità di tutti i pescherecci (ad eccezione delle piccole navi costiere, di lunghezza inferiore a nove metri, e a determinate condizioni fino al 2030), la comunicazione elettronica di tutte le catture e la tracciabilità digitale lungo la catena di approvvigionamento. Le imbarcazioni lunghe 18 metri o più, che rappresentano un rischio più elevato di mancato rispetto delle norme, dovranno essere dotate invece di sistemi di monitoraggio elettronico a distanza, comprese telecamere a circuito chiuso. In caso di infrazioni gravi, le sanzioni saranno determinate in base al valore dei prodotti della pesca.

Ci chiediamo perchè le telecamere a circuito chiuso sulle imbarcazioni non siano considerate tecnologie invasive ed in contrasto con la riservatezza aziendale, la privacy ed i diritti dei lavoratori. Oltretutto comportano ulteriori costi e oneri amministrativi per i pescherecci. Ci chiediamo anche se ulteriori obblighi e regole, considerando l’abnorme legislazione a cui devono già attenersi facendo la fortuna dei prodotti importati, siano così necessari.

In quattro anni di negoziati si consegna al comparto un regolamento non “sburocratizzato”, che prevede principalmente maggiori controlli, norme complesse e punitive, invece di uno più snello e di facile applicazione. Siamo sicuri che queste nuove norme agevolino il settore?