Quattro linee di azione per la gestione emergenziale del granchio blu

Si parte da una attività di riduzione del numero di esemplari, con l’acquisto e il posizionamento di nasse a doppia camera. Poi recinti di rete per proteggere la semina della vongola. L’acquisto di semina artificiale di vongola per rilanciare la produzione 2024 nelle aree più colpite dall’emergenza, dove in alcuni casi sono state azzerate le nursery. Infine un’analisi preliminare sugli scenari futuri e sulle future linee di gestione. È il Piano di gestione emergenziale del granchio blu nel Delta del Po Veneto proposto da Veneto Agricoltura, braccio operativo della Regione nel comparto del settore primario, e approvato con delibera della Giunta Regionale, su proposta dell’assessore alla Pesca Cristiano Corazzari. A realizzarlo, per un costo di 180 mila euro sarà Veneto Agricoltura. Il piano si affianca all’attività di monitoraggio in cui la stessa Veneto Agricoltura è impegnata in queste settimane.

Il cronoprogramma prevede per il mese in corso l’acquisto di nuove nasse che verranno posizionate e ispezionate con il supporto dei pescatori. Il prodotto utile verrà commercializzato, gli scarti verranno smaltiti con costi a carico del progetto. Tra ottobre e dicembre verranno acquistati e posizionati sistemi di protezione della vongola, mentre tra febbraio e aprile è previsto un intervento di acquisto della semina. I mesi invernali, sulla base dei dati raccolti, saranno il momento per una riflessione tecnico-economica sugli scenari futuri.

“La Regione assieme al suo braccio operativo Veneto agricoltura è in prima linea nel contrasto al granchio blu – spiega l’assessore regionale alla pesca Corazzari-. Con questo piano, finanziato dalla Regione, approviamo una serie di azioni in risposta a un’emergenza che ha travolto uno dei settori di eccellenza in Veneto, l’acquacoltura con la sua pregiata produzione di vongole veraci e cozze, che dà lavoro a 1500 pescatori. Attendiamo nei prossimi mesi i risultati delle indagini dei tecnici per capire come affrontare questa sfida, con l’obiettivo di salvaguardare aziende e una produzione apprezzata anche all’estero”.

Alla vongola di mare, e dunque alla produzione nelle acque marine, è dedicata una seconda delibera approvata dalla Giunta Regionale, su proposta dell’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari, con la quale vengono approvate attività complementari per 100 mila euro aggiuntivi, rispetto al piano in via di ultimazione di ripopolamento e riattivazione produttiva delle aree marine per la specie della vongola di mare, un progetto che si è reso necessario per ripristinare gli ecosistemi danneggiati dagli eventi atmosferici di Vaia nel 2018 e dell’acqua alta del novembre 2019.  I lavori previsti nel triennio 2021-2023 per un importo complessivo di 875 mila euro, sono stati realizzati in base a un Protocollo d’intesa tra Regione del Veneto, Veneto Agricoltura e i Consorzi per la Gestione e la Tutela della Pesca dei molluschi bivalvi nei Comparti marittimi di Chioggia e Venezia. La Giunta con la nuova delibera ha stanziato ulteriori 100 mila euro che saranno spesi per incrementare la ripresa dei banchi naturali di “Chamelea gallina”, la vongola di mare, e favorire la mescolanza genetica tra la tipologia proveniente dall’Adriatico centrale e quella locale della fascia costiera del Veneto. Ci sarà una fase di raccolta e successiva reimmissione di esemplari provenienti da altri comparti, cui seguiranno attività di riattivazione produttiva utilizzando esemplari locali.

Siamo consapevoli – sostiene la Confsal pesca – che per i pescatori il granchio blu è un problema sempre più serio perché può danneggiare le reti e le attrezzature da pesca. Inoltre, entrando facilmente nelle reti, il granchio può mangiare o far scappare il pescato causando notevoli perdite economiche. Crediamo quindi che provvedimenti come quelli della Regione  Veneto, a tutela del comparto e dei suoi lavoratori, siano necessari e debbano essere condivisi come modelli da attuare. Come Federazione sindacale a tutela del comparto auspichiamo dunque che le 15 regioni bagnate dal mare, inevitabilmente coinvolte, adottino quanto prima misure come quelle venete”.

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