IL TITOLARE DEL MINISTERO HA ILLUSTRATO IL NUOVO APPROCCIO DEL GOVERNO NEI CONFRONTI DELL’UE

“Ho convocato questa riunione otto giorni fa, a prescindere da qualsiasi protesta, per fare il punto sui risultati ottenuti, su quelli che vorremo ottenere in ambito europeo e per sviluppare il confronto, già avviato nei mesi scorsi, sulle tematiche cruciali per il settore ed indicare prospettive future di rilancio. L’Italia è la Nazione che è stata maggiormente penalizzata dalle norme Ue. C’è stato un calo delle marinerie del 40 per cento, i nostri pescatori sono stati quelli più colpiti. La nostra attenzione verso il settore è grande e dobbiamo essere capaci di valorizzare la nostra flotta peschereccia, per un terzo impiegata nella pesca a strascico, messa a bando da Bruxelles”.

Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto al tavolo di confronto sul settore Pesca e Acquacoltura che si è svolto al Masaf insieme alle Associazioni di categoria e alle Organizzazioni sindacali di settore a cui ha partecipato la Confsal pesca con Flaminia Mariani e Paolo Pignalosa. Presenti anche il Capo di Gabinetto, Raffaele Boriello, il Capo del Dipartimento della sovranità alimentare e dell’ippica, Marco Lupo, il direttore generale della Pesca marittima e Acquacoltura, Francesco Saverio Abate, e il direttore generale dell’Ismea, Maria Chiara Zaganelli.

“L’obiettivo del Governo Meloni è chiaro: uscire dalla dicotomia pesca contro ambiente e costruire un futuro sostenibile per il comparto ittico”, ha sottolineato il ministro Lollobrigida, che, nel corso della riunione, ha illustrato il nuovo approccio che il Governo ha portato avanti nei confronti dell’Unione Europea per trovare un giusto equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale, dove, in più di un’occasione, ha dato segnali chiarissimi: dal voto contrario al Piano d’Azione Pesca, a quello ai regolamenti sui totali ammissibili di catture ‘Tac e Quota Mediterraneo e Generale’, fino alle regole imposte che rischiano di violare la privacy dei pescatori, attraverso i sistemi di controllo dei pescherecci (Vms) e la registrazione elettronica delle catture, su cui l’Italia ha avviato le procedure per verificare, con la presidenza del Consiglio, le condizioni per fare ricorso. Un atteggiamento replicato anche a livello nazionale, dove si è restituita centralità a un settore per anni trascurato, a partire dalla modifica della legge 102 nell’ultima legge di Bilancio, provvedimento con il quale i pescatori sono stati posti sullo stesso piano degli agricoltori all’interno del sistema di produzione, dai fondi stanziati per l’emergenza del granchio blu di oltre 13 miliardi, fino alla possibilità di ottenere la proroga delle operazioni creditizie. “Il pescatore è un coltivatore del mare che garantisce l’approvvigionamento alimentare”, ha concluso il ministro.

Nel corso della riunione la Confsal pesca ha posto all’attenzione del ministro suggerimenti e criticità, che saranno ora affrontati nei singoli tavoli tecnici che verranno attivati dalla Direzione generale della pesca marittima e dell’acquacoltura del Masaf: “Se l’aggressione delle regole europee è finalizzata a indebolire le marinerie del nostro territorio, le persone lasciano questa attività che, invece, noi riteniamo centrale e alla quale i pescatori che rappresentiamo non vogliamo rinunciare”.