Nel Delta del Po è entrata nel vivo la campagna di contenimento del granchio blu, la specie invasiva che sta minacciando l’equilibrio degli ecosistemi lagunari e in particolare la sopravvivenza delle vongole. L’iniziativa si inserisce all’interno del Piano di intervento straordinario varato dal Governo, con un’ordinanza firmata il 15 aprile scorso dal Commissario straordinario Enrico Caterino per le regioni Veneto ed Emilia-Romagna.
Il piano prevede una serie di misure per la pesca selettiva, la commercializzazione e lo smaltimento dei granchi blu, nonché il riconoscimento di rimborsi economici ai pescatori: 1 euro al chilo per gli esemplari catturati e 0,50 euro al chilo per lo smaltimento attraverso impianti autorizzati. È vietato ributtare in acqua gli esemplari pescati, e particolare attenzione è rivolta alla cattura delle femmine ovigere, capaci di produrre fino a 2 milioni di uova ciascuna. I principali punti di sbarco sono stati individuati a Scardovari, Goro e Comacchio.
Il piano resterà in vigore fino al 30 novembre, con la possibilità di essere aggiornato in base ai risultati ottenuti. Intanto i primi dati mostrano un incremento notevole delle catture: nel 2023 il Veneto ha registrato oltre 630 tonnellate di granchi blu, con un aumento del 550% rispetto alle 97 tonnellate del 2022. Nei primi sei mesi del 2024, la cifra è salita ulteriormente a 687 tonnellate. In Emilia-Romagna, la Sacca di Goro ha segnato un incremento record del 940%, passando da 90 a 936 tonnellate tra il 2022 e il 2023.
“I granchi quest’anno sono comparsi prima del solito, e in gran parte sono femmine piene di uova”, racconta Elio, un pescatore della zona di Goro. A Scardovari, nella prima giornata di cattura del 2024, sono stati prelevati ben 1700 chili di granchi blu, di cui l’80% femmine. Parallelamente alle attività di contenimento, alcuni operatori stanno anche esplorando opportunità di esportazione del granchio verso mercati esteri, nella speranza di trasformare un’invasione ecologica in una risorsa economica.