La Confsal pesca condivide la manifestazione in programma domani, giovedì 18 dicembre, a Bruxelles, contro le restrizioni imposte dall’Unione europea che “rischiano di compromettere la sopravvivenza di un comparto con forte valore economico e sociale”.
La manifestazione nasce dalle proposte della Commissione europea sulla pesca per il 2026, che per il secondo anno consecutivo riducono lo sforzo ittico, soprattutto per lo strascico. Ci sono inoltre difficoltà burocratiche, come l’obbligo di dotarsi entro gennaio di dispositivi di localizzazione Vms e di aggiornamenti software. Senza dimenticare l’emergenza del granchio blu, che sta devastando la molluschicoltura, e la richiesta di ampliare le quote di tonno rosso. Ma anche altri temi quali la tutela della pesca a traino, l’impatto del cambiamento climatico, la tracciabilità dei prodotti e i controlli sulle importazioni extra UE.
Per la Confsal pesca è necessario superare politiche basate solo su restrizioni, adottando un approccio alla sostenibilità che tenga insieme ambiente, economia e dimensione sociale: “Giudichiamo insufficienti i due miliardi di euro previsti dal Quadro finanziario pluriennale per la pesca, chiediamo maggiori risorse e fondi dedicati alla competitività”.
Intanto qualche buona notizia arriva comunque con il negoziato nel Consiglio Agrifish che ha portato, per il Mediterraneo occidentale, a una revisione della proposta iniziale, passando da un taglio delle giornate di pesca del 64% al 39%, con un impegno a mettere in campo un pacchetto di misure di compensazione per neutralizzare la riduzione dello sforzo di pesca e garantire agli operatori del settore una prospettiva sostenibile per il 2026.
R.F.
